Culla di arte e di cultura, con un patrimonio storico di valore inestimabile, il Lazio è una regione conosciuta anche per la sua gastronomia opulenta, intrisa di sapori e gusti ricchi. Tra i prodotti di punta, spicca la mortadella di Amatrice, che deriva il suo nome dal mortaio tipicamente utilizzato per sminuzzare e pestare la carne. Questa varietà di mortadella si ricava infatti da carni magre di prima scelta (spalla, lombo, arista) di suini esclusivamente italiani, che vengono macinate finemente, insaporite con sale e pepe e sistemate nella caratteristica forma tonda. Avvolte poi nel budello di manzo, dopo aver inserito al centro un lardello rosa, le mortadelle vengono legate a mano con lo spago e fatte maturare per circa un mese in locale con fuoco a legna. La caratteristica di questo insaccato è la sua capacità di conservarsi più a lungo degli altri della stessa categoria.
Restando in tema di insaccati di suino, un altro prodotto tipico laziale è la spianata o mortadella romana, preparata sempre con carni magre di prima scelta, macinate finemente e miscelate con lardo, sale, pepe ed aglio fresco schiacciato nel vino. L’insacchettatura avviene in lardello naturale all’interno di gabbie metalliche, che conferiscono la particolare forma schiacciata.
La produzione casearia laziale vanta invece un prodotto delizioso e apprezzato su tutto il territorio nazionale, la caciotta romana, affine a quella della Sabina e al pecorino viterbese. Si tratta di un formaggio a pasta gialla, dal sapore dolce e leggermente salato, prodotto con latte ovino al 100% di pecore dei pascoli dell’Agro Romano, che conferisce al prodotto finito un particolare colore giallo paglierino con riflessi verdi.
Degno di citazione è poi il pecorino romano, formaggio di antichissime origini ed ingrediente insostituibile di molte ricette tipiche della cucina romana e nazionale. Viene prodotto esclusivamente da latte di pecore dei pascoli naturali del Lazio, della Sardegna e della provincia di Grosseto. Di estrema versatilità, il pecorino può essere gustato come formaggio da tavola già dopo cinque mesi di stagionatura, oppure come formaggio da grattugia dopo una stagionatura più prolungata.